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LE CREDENZE E LE REALTA’

Aggiornamento: 13 ago 2023



La vita è reale….

e credere è religione…


Oppure no...


Nella vita esiste certamente una realtà concreta, oggettiva.


Un muro è qualcosa su cui, se vai a sbattere, te ne accorgi!


Come dici? Non è vero?

La fisica quantistica dimostra che il muro in realtà non è un solido e quindi potrebbe essere attraversato da una persona?

Quindi tu credi di poterlo fare?

E soprattutto: lo hai mai fatto?

Se la risposta è un no, allora la tua credenza cozza contro la realtà e tu rischi di schiantarti sul muro!


Di fatto gli oggetti ci danno certezza sulla realtà della vita; così come le relazioni ci danno certezza di vivere. Seppur anche in un sogno vivo relazioni percepite come vere… che però non lo sono…


Va beh… direi che a sto punto i quesiti sono già molti… come i dubbi.


Torniamo allora a realtà e credenza per vedere come esse influenzano la nostra vita.


Poniamo come punto fisso che una realtà è qualcosa di immutabile e condiviso. Possiamo chiamarla “il fatto”.


Un “fatto” è un evento oggettivo, come ad esempio un incidente, condiviso da tutti i presenti, con danni e feriti.

Quindi possiamo dire che è un evento reale.


Durante l’interrogazione sul fatto, da parte della polizia stradale, le persone però descrivono sequenze diverse, aggiungono o tolgono dei particolari, arrivano a dire “credo di aver visto….”.


Ops. Il fatto, la realtà, contiene una credenza, quella dell’osservatore.


La mente ha selezionato alcuni particolari, isolando o annullando altri, e ci costruisce sopra una percezione che crede essere vera. Le testimonianze divergono e ognuno “crede” di dire la cosa giusta.


Un luogo in cui il confine tra credenza e realtà è quasi inesistente è la religione.

Nelle religioni si sostiene il culto sulla base della credenza… non dei fatti.

Credo in un solo Dio… ma potrebbe essere più di uno?

Credo nello Spirito Santo…. ma esiste veramente? e come lo conosco?

Lo affermo per fede, ossia, per fiducia in ciò che credo.


Quello che interessa a me, in questo momento, è far capire che la costruzione di realtà la facciamo anche nella nostra vita quotidiana con tutto ciò che viviamo.


Ed è questa credenza che influenza la nostra vita nel male e nel bene, non il fatto.

(memorizza questo passaggio).


Se credi di essere sfortunato, dovrai trovare conferma di questa tua credenza nei fatti che ti succedono, quindi circondarti da fatti negativi e sfortunati.


Ma se credi di essere fortunato? Uguale: dovrai creare una realtà fatta di eventi che confermano la tua fortuna.


La credenza, però, non è qualcosa di logico; non è un pensiero che tu crei pensando a livello mentale e superficiale.


La credenza è qualcosa che lavora in silenzio, dal profondo.


La credenza, per funzionare, deve essere ben inscritta nel profondo della tua anima; deve essere quasi inconscia e ben caricata di emotività.


E come si fa? Il processo di costruzione delle credenze, quelle spontanee, avviene proprio mentre viviamo un fatto emotivamente impattante in cui, per un microsecondo o poco più, ci esprimiamo dando conferma a quanto percepito.


Esempio: Mi succede una cosa brutta subito dopo essere passato sotto una scala, il coinvolgimento emotivo è fortissimo, mi esprimo dando conferma alla relazione “sotto la scala + evento negativo = sono sfortunato” e, probabilmente, la credenza è fatta.


Ugualmente vale per le credenze positive.


Quindi: noi viviamo la vita in base alle nostre credenze.

Esse non sono cattive, bensì funzionali alla nostra vita. Danno un senso alla nostra vita tramite le conferme che riceviamo.


Quelle che ci fanno vivere bene, neppure le notiamo; e vale la pena tenercele.


Quelle che ci fanno vivere male le possiamo notare guardando al male che viviamo; e sarebbe utile cambiarle, modificarle, perché solo così otterremo il miglioramento che desideriamo.


Sei stufo di soffrire nelle relazioni? Devi cambiare la tua credenza a riguardo.

Vuoi migliorare il tuo lavoro? devi cambiare la tua credenza a riguardo.


La credenza non può essere cancellata, bensì soltanto modificata.


Ma come si fa?


I metodi sono molti, personalmente sostengo la necessità di contattare prima lo stato d’animo legato alla credenza negativa e, da là, modificarla attraverso un lavoro psicosomatico molto dinamico, che coinvolge corpo e anima insieme. La sola mente non basta. Serve coinvolgere lo stato profondo dell’essere, ossia l’anima, unica realtà che vive le emozioni e pensa a come vorrebbe fosse la sua vita…. e sa anche come deve essere vissuta la sua vita!!


Il processo che uso io nei miei workshop e nelle sedute individuali l'ho chiamato Riequilibrio Energetico Ideodinamico®


E devo dirlo: farlo è più facile che spiegarlo.


Lo dice bene Lara: Andrea, volevo ringraziarti perché l'esperienza di oggi per me è stata entusiasmante!! Ora sono stanca ma serena e tranquilla, sono uscita felice proprio come una bambina, non riuscivo a capire da dove arrivasse tutta questa felicità, wao!!”


o Sabrina: Ho fatto una seduta con Andrea e il suo metodo chiamato R.E.I. Alla fine mi sono sentita libera e più forte rispetto alla persona che reputavo causa dei miei mali. Andrea è riuscito a sciogliere il blocco che avevo dentro e che mi impediva di affrontare quella persona e vivere la mia vita. La prova di quanto abbia funzionato è stata quando, qualche giorno dopo, ho incontrato quella persona e, invece di sentirmi male, mi sono sentita libera e più forte


Quando lavori in relazione con l’anima che vuole smettere di soffrire per gioire della vita, l’esperienza è unica ed i risultati evidenti. I fatti iniziano ad essere positivi, la realtà benevola.


E tu… credi sia possibile migliorare la tua vita?


Andrea Catanese

Counselor psicosomatico

Ideatore del Riequilibrio Energetico Ideodinamico®




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