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IMMAGINE E FANTASIA: CHI CI AIUTA NEL MIGLIORAMENTO?


Ho studiato tantissime discipline e tecniche del benessere passando per teologia, filosofia, psicologia e tutte hanno parlato dell'uso dell'immaginazione come mezzo di conoscenza, autoconoscenza, e modo per predisporsi a realizzare un progetto futuro.


Nella Sacra Scritture si legge spesso che il profeta di turno “ha avuto una visione”.


Quante volte però immaginare fa pensare a fantasticare. Quante volte ci si sente dire che bisogna fare più che pensare. Eppure non esiste azione senza una visione di ciò che deve essere fatto!.


Quante volte ci sentiamo dire che bisogna fare un progetto, parola che fa presupporre una qualche immagine di chi si vuole essere o di ciò che si vuole fare.


Certamente, se ho il progetto di andare sulla luna ed immagino di essere sulla luna, posso anche esser certo che questo risulta essere una fantasia…


Anche se, per un bambino o un ragazzo, può risultare un progetto di vita che lo porterà a fare l’astronauta.


Il confine tra fantasia e immaginazione è labile!


Per molti la fantasia è un gioco che rende più vivibile la vita, per altri è una realizzazione di se stesso, come ad esempio per il fumettista.


Eppure sempre di più sentiamo parlare di utilizzare l'immaginazione creativa, così la chiamano, per determinare una specie di programma capace di renderci efficaci nell'agire e nel realizzare un cambiamento, un miglioramento della nostra vita.


Gli sportivi la usano per migliorare la loro prestazione sportiva!


Mi ricordo che già Erickson insegnava che i bambini giocano nell'interpretare diversi ruoli, dal cowboy buono al bandito cattivo, proprio per sperimentare le sensazioni e capire qualcosa di sé, di chi si è veramente.


Ma cos'è che distingue l'immaginazione dalla fantasia?


La prima distinzione che mi viene da dire è che la fantasia è qualcosa che, perlopiù, è spontaneo; mentre l'immaginazione richiede un atto di volontà ed uno scopo concreto da raggiungere.


L'immaginazione è il sostituto, per la maggior parte delle persone, di quella recitazione che fanno i bambini.

Un'altra cosa importante è che nell'immaginazione si viene a creare sempre un elemento nuovo che permette di generare un nuovo comportamento e un nuovo stato emotivo in grado di aiutarci a capire come fare per realizzare il miglioramento desiderato.


.Per noi è molto importante usare l'immaginazione più che la fantasia, perché, per quanto detto sopra, è un momento in cui ci predisponiamo, sperimentiamo, nuove modalità che ci vengono d'aiuto per affrontare la realtà.


L'elemento importante nell'utilizzare l'immaginazione, come preparazione al cambiamento, sono però gli aspetti emotivi che quella immaginazione genera in noi e che vengono percepiti, attenzione bene, nel corpo.


L'uso dell'immaginazione deve generare emozioni e sensazioni fisiche di una certa intensità e positività, ripeto positività, ed utili ad affrontare la situazione nella quale vogliamo determinare un cambiamento che sia per noi un miglioramento per la nostra vita.


Per fare questo è necessario mettersi in un ambiente ed in uno stato di tranquillità e rilassamento in cui possiamo creare questo film emotivo e arricchirlo di tutte quelle situazioni che desideriamo vivere poi nella realtà.


Le emozioni e le sensazioni così registrate nel corpo diventeranno quel naturale nutrimento che piace al nostro sé e che lui cercherà spontaneamente, e a tutti i costi, perché vuole nutrirsene.


Prima, quando stavamo male, il nostro sé spontaneamente creava le situazioni negative perché aveva bisogno di nutrirsi di quelle emozioni negative in quanto, per qualche strano motivo, aveva pensato che quello sia il cibo buono e, anche se sapeva che era cattivo, rimane il fatto che è sempre meglio nutrirsi di un cibo cattivo che restare a digiuno. Quindi il nostro sė andava a creare situazioni negative per potersi nutrire del cibo cattivo.


Nel momento in cui, attraverso l'immaginazione creativa, facciamo scoprire al nostro sé più profondo che esiste un cibo molto più buono, che dà gusti molto più fini ed prelibati, allora lui cercherà quel nutrimento e a noi rimarrà il dovere di lasciargli fare quello che serve per avere il cibo buono.


Questo perché, se è vero che noi non facevamo nessuna fatica per finire nelle situazioni negative, dove il Sé poteva nutrirsi di emozioni negative; altrettanto vero è che non serve fare niente affinché il Sé vada a generare situazioni positive per nutrirsi di cibo buono.


O meglio: più che non fare niente, dobbiamo semplicemente continuare a vivere la nostra vita restando sintonizzati con quell'immagine creativa che ricorda, al nostro sé, che c'è quel cibo buono che ci aspetta e che tanto vogliamo mangiare così che, nel vivere quotidiano, iniziamo ad attirare a noi e a generare attorno a noi proprio quel miglioramento che tanto vogliamo e che contiene il cibo buono per una vita migliore.


Andrea Catanese

Counselor psicosomatico

Ideatore del Riequilibrio Energetico Ideodinamico





Foto di <a href="https://pixabay.com/it/users/sarahrichterart-1546275/?utm_source=link-attribution&utm_medium=referral&utm_campaign=image&utm_content=3012515">Sarah Richter</a> da <a href="https://pixabay.com/it//?utm_source=link-attribution&utm_medium=referral&utm_campaign=image&utm_content=3012515">Pixabay</a>


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