Sei speciale, ma non lo ricordi (2)
- Andrea catanese

- 11 mar 2019
- Tempo di lettura: 3 min

La società ci vuole far scegliere il nostro futuro in base alle possibilità di guadagno.
Se tu vuoi studiare “storia e filosofia”, la prima cosa che ti dicono è: “Ma quale sbocco lavorativo vuoi avere”?
Quando ero ragazzo non sapevo cosa volevo fare e, allora, gli altri hanno scelto per me la scuola per diventare perito in telecomunicazioni.
Mi sono diplomato ed è l'unico lavoro che non ho mai fatto.
Ho continuato a vivere alla mercé degli altri cercando un lavoro, che però non arrivava mai perché dentro di me non c'era nulla che mi interessasse veramente fare e la mia dote, quella di riuscire ad aiutare gli altri, l'avevo dimenticata.
Mia madre mi aveva convinto che il mio futuro sarebbe stato fare il massaggiatore, quindi l'importante era prendere un diploma per poi fare l’università per diventare fisioterapista.
Peccato che la scuola, dalle elementari alle superiori, aveva fatto pensare a me che ero incapace a studiare.
Poi, però, l'università l'ho fatta, ma a 32 anni laureandomi in psicologia con 103/110.
È stata la prima scelta scolastica mia personale con la quale ho scoperto anche una capacità di studiare e di dire le cose in modo veramente incredibile.
Ma era tardi: quel bisogno di fare un lavoro che ti paga mi ha portato via dall'Università e mi ha portato a fare altre scelte. Sono andato così a studiare teologia con l'idea di diventare insegnante di religione. In fin dei conti l’aspetto spirituale mi aveva sempre affascinato. Ma l'incontro con il dogma mi ha impedito di finire gli studi.
Nella mia vita sembrava che incontrassi solo cose inutili, che mi impedivano di realizzarmi e di trovare un lavoro che mi facesse guadagnare soldi.
Gli anni passavano e diventavo sempre più vecchio per avere delle buone chance di assunzione.
Nella mia vita si faceva strada solo una costante curiosità: conoscere l'animo umano, ma non con gli occhi della psicologia, bensì con quelli dell'anima, di quella mia anima che era morta ed era stata rimandata in questa dimensione.
Ottima scoperta, ma ora si trattava di farne un lavoro e quindi guadagnare soldi.
Così agivo ed applicavo le tecniche con il solo scopo di sembrare bravo e quindi guadagnare dei soldi.
Ma non funzionava!
Guardando un po' l'andazzo della mia vita mi sono reso conto che le uniche attività che mi hanno portato una grande soddisfazione sono quelle che ho fatto per il piacere di farle.
Ed è così che ho capito che, per soddisfare quella visione sociale dove devi lavorare per guadagnare dei soldi, dovevo smettere di agire in nome dei soldi. L'energia che portava a me i clienti era quella legata al dono mio personale di riuscire a contattare l'anima della persona nel suo dolore fisico.
Ho capito che dovevo uscire dal concetto di lavoro, ed entrare in quello di essere, essere me stesso.
Con questa consapevolezza oggi ho iniziato a vivere con coraggio la mia capacità di entrare in contatto con quelle forze che l'anima porta dentro al corpo vivente e farlo sulla base di una capacità innata, che si appoggia o che si aiuta con alcuni studi, ma non sono quelli a realizzare quel tipo di relazione.
Ho capito che la vera motivazione per fare qualcosa sta nell'essere chi devi essere; agendo per il piacere di fare e vivere il tuo dono. Sarà questo modo di agire che porterà, nella tua vita, i soldi di cui hai bisogno.
E questo non deve essere un ragionamento, deve essere una vera presa di coscienza del nostro essere più nobile che è l'anima.
Esempi che permettono di capire questo sono tutte quelle persone che oggi riconosciamo come leader carismatici che hanno cambiato la storia:
Martin Luther king, Gandhi, Madre Teresa di Calcutta, Edison, Alessandro Volta, Marco Polo, ecc.
Guarda attentamente la loro storia e vedrai che la loro motivazione non è mai stata il denaro, ma un qualcosa di più nobile, di più profondo: il valore della vita e il riconoscimento della loro missione in questa terra.
Ed è con questa riflessione che ti invito a iniziare oggi il tuo ascolto di chi sei veramente per poi poterlo mettere in atto e ottenere così la gioia di vivere la tua vita. Questa è l'unica motivazione che conta, l'unica che può portarti anche alla piena soddisfazione dei tuoi bisogni materiali.
Capire questo è l'inizio di essere soddisfatti di come vanno le cose;
l'inizio del ESSERCI con il tuo potenziale in atto.




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