Sei speciale, ma non lo ricordi
- Andrea catanese

- 19 feb 2019
- Tempo di lettura: 2 min
Aggiornamento: 23 ago 2021

Nella vita si imparano tante belle cose. Si studia molto per sapere molto, pensando che quel sapere ti renderà qualcuno; ti permetterà di aiutare tutti, o quasi.
Poi scopri che non è così.
La verità è che il sapere è per te, e con esso affronti la tua vita.
Per insegnare qualcosa a qualcuno, o per aiutarlo,
non devi usare il tuo sapere, ma devi usare la tua vita. Vita fatta di esperienze e riflessioni.
E allora eccomi, per parlarti di vita che sa aiutare.
Sono nato nel 1970 e morto lo stesso anno. A rianimarmi è stata mia madre e, nonostante ciò, i medici mi diedero 24 ore di vita.
Sono ancora qua e ho qualcosa da dirti.
A scuola andavo discretamente male, nulla catturava il mio interesse. Ero l'ignorante che prendeva 6 in pagella, giusto per andare avanti. Il risultato "migliore" è stato l'esame di riparazione in seconda superiore e la bocciatura in terza superiore.
Però, se c'era bisogno di un consiglio o supporto, gli amici venivano a parlare con me.
La vita mi ha portato a intraprendere scuole senza motivazione, solo per avere un diploma.
Poi lavori di sopravvivenza. Non sapevo cosa volevo fare nella vita, così ero alla mercé degli altri. E anche in questo sono stato bravissimo.
Ho passato molti anni della mia vita a cercare di capire cosa dovevo fare per realizzarmi.
Poi ho incontrato una tecnica del benessere e mi si è aperto un mondo.
Sono sempre stato introverso, ma ho saputo sempre, fin dalle elementari, parlare agli altri riuscendo a motivarli in azioni utili a raggiungere il loro obiettivo.
Parlo di cose inizialmente banali, come convincerli che loro potevano andare a conoscere una ragazza e anche riuscire a ottenere un “sì” come risposta. E così succedeva. Ricordo ancora quando, durante il ritorno dalla visita medica di leva per il militare, un ragazzo mi ringraziò, con tanto entusiasmo, per averlo sostenuto nel suo incerto avvicinamento a una ragazza. Ricordo la sua gioia e incredulità per il successo ottenuto.
Poi, però, ho dimenticato questa dote e ho continuato il mio viaggio accontentando gli altri.
Ma attraverso lo shiatsu, e i successivi studi nel campo del benessere, quel ragazzo, capace di smuovere gli animi degli altri a realizzare i loro progetti, si è rifatto vivo.
Questa volta, oltre alla capacità di far fare delle azioni nuove, scopro che uscivo a convincere il corpo a migliorare la sua stessa capacità di auto-guarigione, che quel corpo poteva aumentare spontaneamente addirittura i linfociti.
Mi sono ritrovato, così, adulto, libero professionista, che aiutavo le persone a trovare il potenziale in sé stesse e a metterlo in atto!
Ma in base a quali titoli? Attorno a me c'erano sempre altri più bravi, più titolati.
Le persone erano soddisfatte dei risultati e del mio modo di fare, eppure non ero mai soddisfatto.
Come mai? Cosa c'era che mi impediva di essere felice?
La risposta?
Era sbagliata la motivazione per cui facevo ciò che faccio. Era sbagliato il parametro di riferimento per dire se ero felice.
To be continue.




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