POSTUMANESIMO
- Andrea catanese

- 26 set 2020
- Tempo di lettura: 2 min
Aggiornamento: 23 ago 2021

Tu sai cos'è il post_umanesimo?
No?
Te lo spiego in modo semplice.
E’ una corrente culturale che vede nella tecnologia la possibilità di creare un essere umano più forte, con una vita più lunga e salutare.
Questo non significa che sia una bella cosa.
Nel secondo dopoguerra Gunther Anders ipotizzò il passaggio dall’homo faber all’homo creator.
In sostanza si passa da un uomo che crea secondo natura usando le cose della natura a un uomo che crea cose e realtà che in natura non esistevano prima.
L’uomo annulla così la differenza tra naturale e artificiale.
Questo è “l’uomo creatore”.
Un aspetto di questa cultura è incarnata nella clonazione dove l’uomo “”crede di poter “creare” la vita, elevandosi a “dio”.
L’uomo diventa una sorta di macchina che può essere creata e modificata a piacere.
Ma non è proprio così, per fortuna.
Il post_umanesimo è convinto di poter potenziare l’uomo intervenendo su di esso a livello del DNA. Questo comporta delle modifiche irreversibili che si tramandano di generazione in generazione senza poterne prevedere, né gestire, le conseguenza, nel male e nel bene.
Un’evoluzione di questa cultura è il “transumanesimo” che guarda a un potenziamento cognitivo, e non solo, dell’uomo, attraverso l’uso della biotecnologia.
In sostanza nell’introduzione nel corpo umano di realtà elettroniche capaci di allungare la vita, di riparare organi interni difettosi, riprogrammare il DNA.
Una sorta di cyborg, quindi, che si estende all’idea di poter, addirittura, trasferire la coscienza umana in una macchina.
Il maggior sostenitore di questa cultura è Raymond Kurzweil che prevede l’impianto di questa nuova realtà nel 2045.
Oggi viviamo l’incubo di tutto ciò a fronte delle iniziative, molto simili, che vengono proposte da personaggi di spicco come Bill Gates in periodo Covid.
Seppur ancora utopistico per molti, queste proposte impongono una forte dibattito a livello di bioetica e un’attenzione rilevante su quello che potrebbe essere l’epilogo: un’autodistruzione del genere umano per mano di una realtà robotica.
Il rischio è infatti quello di trasformare l’uomo in qualcosa di non-umano o dis-umano.
Ecco l’importanza di un aumento della coscienza umana da parte di tutti, soprattutto da parte di chi vede la tecnologia una cosa utile, ma non per questo un sostituto dell’essere umano che, pur con i suoi difetti e malattie, seppur essere finito e destinato alla morte, è l’unico essere che sa ridere della vita, di se stesso e creare tutte le sfumature di sentimenti che rendono la vita così umana.
Buona vita a tutti, dal vostro Andrea.
Fonte: Andrea Aguti, Natura umana, un’indagine storico concettuale, ed. Meudoni 2010, Centro studi Jacques Maritain.
Foto di <a href="https://pixabay.com/it/users/ArtTower-5337/?utm_source=link-attribution&utm_medium=referral&utm_campaign=image&utm_content=1809590">ArtTower</a> da <a href="https://pixabay.com/it/?utm_source=link-attribution&utm_medium=referral&utm_campaign=image&utm_content=1809590">Pixabay</a>




Commenti