CRESCITA PERSONALE
- Andrea catanese
- 23 ott 2023
- Tempo di lettura: 3 min

Crescita personale… cambiare la propria vita.
Belle parole!!
Ma la vera crescita personale inizia dall’accettare chi siamo in un determinato momento della nostra vita… e da qui decidere cosa fare.
Nessun cambiamento!
Prima di tutto solo accettazione.
Siamo esattamente come dobbiamo essere, in base alle esperienze che abbiamo fatto.
Gli eventi della vita e le persone con cui siamo cresciuti ci hanno dato e imposto dei paletti comportamentali.
Alcuni validi, altri no.
Ecco… forse la differenza è tra dati e imposti.
Ragioniamo su questo:
Potremmo pensare che quelli “dati” siano utili per la nostra sopravvivenza. Ad esempio: non mettere le dita nella presa di corrente; non attraversare mentre arriva un'auto che potrebbe colpirti; se sei stanco vai a letto; lavati i denti prima di andare a dormire, eccetera eccetera.
Tutti paletti comportamentali molto utili.
Altri invece ci sono stati imposti: non tuffarti perché è pericoloso; metti via il trapano che è pericoloso; non fare il subacqueo perché è pericoloso. No di qua, No di là, ci hanno solo messo addosso le loro paure.
Così ci hanno impedito, a noi bambini prima e adulti poi, di fare nuove esperienze e abbiamo accettato il copione del bravo ragazzo.
Pensare che era sufficiente dire: se vuoi tuffarti, ti porto a scuola di tuffi; se ti piace lavorare col trapano, ti porto da chi ti può insegnare a fare i lavori manuali; se ti piace immergerti, ti porto ad una scuola di sub; eccetera.
Anziché paletti di divieto, avremmo ricevuto paletti di possibilità e scelta.
Ora: il rapporto tra paletti messi e paletti imposti determina il nostro modo di vivere.
Se volessimo cambiare la nostra vita dovremmo eliminare i paletti negativi, ma non è detto che con i soli paletti positivi la nostra vita migliorerebbe.
Senza il paletto “paura di cadere” rischieremmo la vita ogni volta che camminiamo lungo un sentiero di montagna vicino al precipizio, per esempio.
E quindi?
E quindi dobbiamo innanzitutto renderci consapevoli di quali e quanti sono i nostri paletti. Fase dell’accettazione.
Poi, solo poi, iniziare con lo spostare, allontanare quelli veramente negativi ed eventualmente eliminarli… o, meglio, sostituirli con quelli positivi.
Esempio:
il paletto negativo “non tuffarsi dal trampolino”, che mi impedisce di tuffarmi ovunque, lo posso allontanare decidendo di fare un corso di tuffi.
Allontanare significa che sarò finalmente in grado di tuffarmi, sapendo che devo stare attento all’altezza e al luogo da cui mi tuffo. Questa attenzione contiene in sé la giusta paura, chiamata responsabilità e sicurezza.
Questo vale per qualsiasi paletto negativo.
Può anche essere che il paletto “non tuffarsi dal trampolino” non diventi mai per me un problema, perché non ho nessun interesse a tuffarmi. In tal caso, quel paletto, pur presente nella mia vita, risulterà di per sé neutro.
Neutro perché non c’è in me il desiderio di tuffarmi, quindi è inutile che ci lavori sopra.
Può anche succedere che, lavorando su un paletto negativo, scopro che in realtà quel problema non è affatto un problema per me (si parla di “problema che non c'è") e quindi, se veramente è così, posso tranquillamente smettere di lavorarci sopra. Attenzione però che non si tratti di una fuga dal problema !!!
Riassumendo:
prima di voler cambiare, bisogna sapere accettare chi siamo e cosa viviamo nel presente,
valutare i nostri vincoli negativi e positivi, ossia ciò che veramente è un problema per noi e cosa no,
iniziare a ridimensionare il problema trovando soluzioni semplici e concrete che siamo in grado di mettere in atto,
portare avanti il miglioramento fino a vivere come piace a noi, capaci di gestire la situazione.
Ultima cosa: meglio sarebbe fare tutto questo con l’aiuto di qualcuno che non è coinvolto nei tuoi confronti ed è quindi capace di vedere le verità nascoste.
Andrea Catanese Counselor Psicosomatico Ideatore del Riequilibrio Energetico Ideodinamico®
Per informazioni: risei.coach@gmail.com
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