AL DI LA’ DELLA PAROLA
- Andrea catanese
- 2 ott 2023
- Tempo di lettura: 2 min

Come si fa a comunicare con l’inconscio?
Perché bisognerebbe comunicare con l’inconscio?
E quali sono i vantaggi nel farlo?
Tre domande fondamentali che devono essere tenute presente in ogni interazione d’aiuto… e direi anche in molte situazioni quotidiane.
Se nella relazione d’aiuto l’operatore deve trovare e usare la comunicazione più efficace per aiutare la persona a uscire dal suo problema, nella vita quotidiana può essere utile farlo per gestire una discussione e trovare una soluzione.
In ogni caso bisogna far riferimento alla comunicazione più profonda, quella con l’inconscio perché, come diceva il dott. Benemeglio, “non c’è nulla che accade che l'inconscio non lo voglia”.
Lo stesso Freud diceva: “essere coscienti è un evento raro”.
Ciò che comanda le nostre azioni e le rende vincenti è sempre l'inconscio.
Per parlare con lui dobbiamo usare il suo linguaggio, che non sono le parole, bensì le immagini.
Come dici? Noi non parliamo con immagini bensì con parole?
Hai ragione. Ma con le parole possiamo creare immagini.
Ed è questo che dobbiamo fare.
Se noi diciamo al nostro interlocutore:
stai calmo
vedrai che andrà tutto bene
egli analizza l'informazione solo a livello logico e non ci sarà nessuna comunicazione efficace perché l'inconscio resta fuori dalla relazione.
Per coinvolgere l’aspetto profondo della persona, dobbiamo usare frasi capaci di attirare l’attenzione dell'inconscio.
Allora le nostre parole possono diventare:
adesso è importante che ti calmi, come è calma l’acqua di un lago, ferma… profonda… in cui si specchia la montagna per darti quella sensazione di forza e serenità.
alle volte viviamo come in una tempesta, dove il vento soffia forte e tutto si agita; ma poi arriva la quiete, il vento cessa e il sole appare portando calore e luce che ci fa vedere tutto in modo più luminoso e affrontare le cose con serenità.
la parola quando crea l’immagine diventa efficace e mostra i suoi effetti nella realtà.
Considera che esistono due relazioni: quella con un’altra persona e quella con se stessi.
In entrambi i casi la comunicazione resta la stessa.
Seppur queste tecniche vengono usate maggiormente con le altre persone, sarebbe bene usarle prima di tutto con se stessi.
Ti invito quindi ad iniziare cambiando il modo che hai di parlare con te stesso... ti aiuterà con gli altri.
Siamo così bravi a parlare agli altri... inizia ad esserlo anche con te stesso.
Potresti, ad esempio, iniziare a parlare a te stesso come se fossi davanti ad una persona a te cara; magari mettendoti davanti ad uno specchio, e parlare in modo fermo seppur gentile, volendo che l'altro (che sei tu nello specchio) possa veramente percepire in sè la forza delle tue parole, il sostegno di cui ha bisogno, vedendo in te un ponte di collegamento tra il problema e la soluzione. Parla a te stesso ricordando i successi già ottenuti e il piacere che hai provato quando li hai ottenuti; e fai sentire nel tuo cuore la gioia di quel successo proiettandolo in un futuro vicino in cui vederti di nuovo felice di essere stato capace di realizzare il tuo bene.
Usa le parole come veicolo per le immagini, e le immagini come veicolo per le emozioni; e le emozioni come carburante per il successo.
Andrea Catanese Counselor Psicosomatico Ideatore del Riequilibrio Energetico Ideodinamico®.
Per informazioni: risei.coach@gmail.com
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